Ennedi Plateau

Ennedi Plateau, il Sahara che non ti aspetti: arte rupestre, canyon e coccodrilli tra le rocce del Ciad

Il Sahara, noto per i suoi paesaggi aridi e sconfinati, nasconde in alcune aree un volto del tutto inatteso. Il massiccio dell’Ennedi, o Ennedi Plateau, situato nel nord-est del Ciad, rappresenta un raro esempio di territorio sahariano in cui natura, arte e storia si fondono in modo straordinario. In questo angolo remoto dell’Africa si trovano formazioni rocciose scolpite dal tempo, canyon profondi, antiche pitture rupestri e persino oasi d’acqua dove sopravvivono specie rare. Il plateau dell’Ennedi è un vero scrigno geologico e culturale, ancora poco conosciuto al turismo internazionale, ma di enorme valore scientifico e simbolico.

Arte rupestre e testimonianze millenarie

labirinto d’Oyo
Wikimedia Commons

L’altopiano dell’Ennedi è disseminato di siti rupestri che documentano la presenza umana nella regione per migliaia di anni. Le pitture e le incisioni conservate sulle pareti delle grotte rappresentano scene di vita quotidiana, animali domestici e selvatici, rituali e simbologie ancora oggi oggetto di studio. Le raffigurazioni di bovini, cavalli, cammelli e figure antropomorfe raccontano un Sahara che un tempo era fertile, attraversato da popoli dediti alla pastorizia e alle cerimonie comunitarie.

Le tecniche artistiche utilizzate variano tra incisione e pittura policroma, segno di una lunga evoluzione culturale. Alcune figure sono schematiche, altre più realistiche, e la loro distribuzione sul territorio mostra una precisa relazione tra spazio abitato, sacro e naturale. Non si tratta di semplici rappresentazioni decorative, ma di vere forme di comunicazione e di identità culturale.

La conservazione di queste testimonianze è legata anche all’isolamento geografico del massiccio. Le pareti di arenaria, protette da gole e formazioni rocciose, hanno offerto riparo alla memoria visiva di comunità che non hanno lasciato documenti scritti, ma hanno affidato alla pietra il proprio vissuto.

Canyon, archi naturali e paesaggio modellato

arco di Aloba
Wikimedia Commons

Il paesaggio dell’Ennedi è dominato da formazioni rocciose spettacolari, frutto di millenni di erosione eolica e fluviale. Tra le strutture più celebri vi sono archi naturali alti decine di metri, torri di pietra e profondi canyon scavati nelle arenarie. L’arco di Aloba, con oltre cento metri di altezza, è uno dei più grandi del mondo e rappresenta il simbolo dell’Ennedi Plateau.

I canyon, stretti e tortuosi, disegnano percorsi labirintici tra le pareti, offrendo un habitat unico per piante e animali e rendendo l’esplorazione del territorio un’esperienza davvero straordinaria. In alcuni punti l’erosione ha creato ambienti simili a cattedrali naturali, con spazi coperti, giochi di luce e pozze d’acqua stagionali.

Il valore paesaggistico dell’area è accresciuto dalla continuità tra le formazioni rocciose e gli elementi antropici. Le incisioni rupestri si trovano spesso in prossimità degli archi e delle grotte, suggerendo che le comunità del passato attribuivano un significato spirituale a queste morfologie.

La guelta d’Archei e i coccodrilli del deserto

guelta d’Archei
Wikimedia Commons

Tra le gole dell’Ennedi si nasconde la guelta d’Archei, una rara oasi d’acqua permanente nel cuore del deserto. Questo bacino naturale è alimentato da sorgenti sotterranee ed è circondato da alte pareti di roccia, che la proteggono dal calore estremo. La guelta è un punto vitale per la fauna del deserto e da secoli rappresenta una tappa obbligata per le carovane e le popolazioni nomadi della regione.

Un aspetto eccezionale della guelta d’Archei è la presenza di una piccola colonia di coccodrilli, unica nel suo genere. Si tratta di una popolazione relitta che ha resistito all’aridità crescente del Sahara, adattandosi a condizioni ambientali estreme. I coccodrilli sopravvivono in questo specchio d’acqua isolato, nutrendosi principalmente di pesci e resti animali portati dai cammelli al pascolo.

Oggi la guelta è accessibile solo con spedizioni specializzate, vista la difficoltà del percorso e l’assenza di infrastrutture. E’ raggiungibile solo dopo giorni di viaggio nel deserto. L’ambiente è integro e silenzioso, e la visita permette di cogliere un equilibrio naturale fragile, in cui la presenza umana è ancora regolata da tradizioni secolari e rispetto per il luogo.

Leggi anche: Mare e sabbia da sogno: Jacqueville, l’angolo tranquillo della Costa d’Avorio

Cosa vedere nell’altopiano dell’Ennedi

roccia dell’elefante
Wikimedia Commons

Oltrea alla guelta d’Archei, abbiamo menzionato l’arco di Aloba, una delle formazioni naturali più spettacolari dell’Africa. Con un’altezza superiore ai cento metri, questo arco di arenaria rappresenta una meraviglia geologica che rivaleggia con i più celebri archi del continente americano. La sua struttura slanciata e la posizione isolata lo rendono una meta imprescindibile per fotografi, escursionisti e appassionati di geologia.

Molto suggestivi sono anche i siti rupestri di Niola Doa e Terkei, dove le pitture preistoriche sono ancora visibili in ottimo stato. A Niola Doa si possono osservare figure umane dipinte in posizione eretta, alcune con caratteristiche femminili molto accentuate, probabilmente legate a culti della fertilità. Terkei, invece, mostra animali e scene di vita quotidiana, testimoniando l’evoluzione culturale e ambientale del Sahara in epoche antiche.

Il suggestivo labirinto d’Oyo è un intricato sistema di canyon stretti e tortuosi scavati nella roccia arenaria. Questo ambiente naturale, simile a un labirinto scolpito dal vento e dall’acqua, crea un percorso affascinante tra pareti alte e sinuose. Poco distante si erge la cosiddetta roccia dell’elefante, una formazione che, vista da una certa angolazione, riproduce in modo sorprendente la sagoma di un elefante in piedi.

Torna in alto