Nel cuore remoto del Kirghizistan meridionale, incastonato tra le vette della catena del Kakshaal-Too, si cela un lago dalla bellezza silenziosa e misteriosa. A oltre 3.500 metri di altitudine, circondato da canyon e formazioni rocciose, si estende Köl-Suu, uno specchio d’acqua che affascina non solo per il suo colore cangiante, ma anche per la sua sorprendente capacità di apparire e scomparire nel corso dell’anno. Isolato e poco conosciuto, questo lago rappresenta una delle meraviglie più insolite dell’Asia centrale.
Un paesaggio scolpito da acqua e roccia
Il lago di Köl-Suu si sviluppa per circa cinque chilometri di lunghezza, incassato tra pareti di roccia alte e compatte che gli conferiscono l’aspetto di un fiordo montano. Le sue acque, spesso di un verde intenso o blu profondo, variano visibilmente in volume a seconda della stagione, fino a prosciugarsi quasi completamente in alcuni periodi dell’anno. Questo fenomeno è dovuto alla struttura carsica della zona, che permette all’acqua di defluire attraverso il suolo, per poi riaffiorare con lo scioglimento delle nevi.
La valle che ospita il lago è ampia e priva di insediamenti permanenti. Nei mesi estivi viene popolata da pastori kirghisi che conducono greggi e cavalli tra i pascoli d’altura, stabilendosi in tradizionali yurte. L’ambiente naturale circostante è integro e selvaggio, dominato da praterie alpine, silenzi assoluti e bruschi cambiamenti climatici. Le variazioni di luce nel corso della giornata disegnano scenari sempre diversi, rendendo ogni visita unica.
Il paesaggio di Köl-Suu ha un carattere quasi surreale. Quando l’acqua si ritira, emergono grotte, cavità e gole scolpite nei secoli. Durante i periodi di piena, il lago diventa navigabile con piccole imbarcazioni, offrendo una prospettiva completamente diversa e una vista ravvicinata delle sue pareti rocciose.

Come raggiungere il lago
Arrivare a Köl-Suu richiede tempo, pazienza e un certo spirito d’avventura. Il lago si trova nella regione di Naryn, al confine con la Cina, in un’area controllata militarmente. È necessario ottenere un permesso speciale per l’accesso, in quanto la zona è classificata come area di frontiera. Il punto di partenza principale è la città di Naryn, da cui si procede su strade sterrate fino alla valle del Kok-Kiya.
Gli ultimi chilometri, non percorribili in auto, prevedono una camminata di circa due o tre ore, o un tragitto a cavallo attraverso prati d’altura, piccoli torrenti e tratti paludosi. Durante l’estate, è possibile pernottare presso campi di yurte attrezzati, dove vengono offerti pasti caldi e riparo per la notte. L’esperienza complessiva è semplice, ma autentica, immersa in una dimensione culturale e naturale profondamente diversa da quella urbana.
Il periodo più indicato per visitare Köl-Suu va da luglio a inizio settembre. In questo arco temporale le condizioni climatiche sono più favorevoli e il lago si presenta generalmente pieno. Al di fuori di questi mesi, l’accesso può diventare difficile a causa delle nevicate o del rischio di improvvisi svuotamenti dell’invaso.

Un lago che si trasforma
Il tratto distintivo di Köl-Suu è la sua mutevolezza. A differenza della maggior parte dei laghi, la sua esistenza visibile è temporanea. L’acqua scompare gradualmente nel sottosuolo in seguito a processi geologici naturali, facendo emergere il fondale e rivelando un paesaggio nuovo, fatto di canali asciutti, cavità e rocce modellate dall’erosione. Questo alternarsi di pieni e vuoti conferisce al lago un carattere effimero, quasi irreale.
Durante i periodi in cui è pieno, il lago si presenta come una lunga lama liquida incorniciata da montagne grigie e giallastre. In condizioni di quiete, le pareti verticali si riflettono sull’acqua in modo perfetto, offrendo scorci ideali per la fotografia naturalistica. Il contrasto tra la roccia viva e la superficie liscia del lago dà vita a un’atmosfera di isolamento e sospensione.
Quando invece l’acqua si ritira, l’area si trasforma in un corridoio secco attraversabile a piedi, popolato solo dal rumore del vento e dal suono remoto dei passi. Il paesaggio si fa quasi lunare, e la visione del fondo del lago suscita curiosità e stupore. In entrambi i casi, Köl-Suu resta un luogo fuori dal tempo, in cui la natura detta i ritmi e l’uomo si limita a osservare.
Un’esperienza autentica e sostenibile
Chi visita Köl-Suu non cerca il turismo convenzionale. Si tratta di un’esperienza immersiva, che richiede adattamento, ma che restituisce una forma rara di contatto con l’ambiente. La scarsità di infrastrutture e la distanza dai centri abitati garantiscono la conservazione dell’ecosistema, ancora oggi intatto. Il numero limitato di visitatori, unito all’interesse crescente per il turismo responsabile, contribuisce alla tutela di questo delicato equilibrio.
Il rapporto con le comunità locali è un altro elemento significativo. I pastori nomadi che vivono nei dintorni durante la bella stagione rappresentano una componente essenziale dell’esperienza. La possibilità di condividere un pasto, ascoltare racconti od osservare antiche tecniche di allevamento e preparazione del cibo offre uno sguardo diretto sulla cultura kirghisa tradizionale.
Köl-Suu è un esempio perfetto di come anche un luogo lontano e difficile da raggiungere possa diventare una meta affascinante per chi cerca autenticità. Il suo fascino sta proprio nel fatto di essere sfuggente, inaccessibile per buona parte dell’anno e diverso ogni volta che lo si visita. È un luogo da vivere con rispetto e attenzione, capace di lasciare un’impressione duratura in chi vi arriva.





