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Venezia, le chiese del circuito Chorus ora gratis: nasce la Fondazione per la valorizzazione

Venezia avvia un’importante trasformazione nel panorama culturale e spirituale della città, ridefinendo l’accesso ai suoi luoghi sacri. Il circuito Chorus, attivo da anni per l’apertura e la cura di chiese monumentali, evolve ora in una Fondazione dedicata alla valorizzazione gratuita di ventuno edifici ecclesiastici. Questa innovazione fa parte di un progetto più ampio, integrato nel “Biglietto Marciano” che include la Basilica di San Marco, e si propone di offrire accessibilità, accoglienza e partecipazione culturale a cittadini e turisti.

La nascita della Fondazione Chorus e il nuovo assetto organizzativo

Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Wikimedia Commons

La trasformazione del circuito Chorus in Fondazione rappresenta un passo significativo nella gestione del patrimonio ecclesiastico veneziano. Fino a ora l’Associazione Chorus, nata nel 1997, si è occupata dell’apertura, del restauro e dell’accoglienza in venti chiese della città. Tra queste si annoverano edifici di grande rilievo artistico, custodendo centinaia di opere d’arte e affreschi medievali e rinascimentali. L’obiettivo originario era quello di creare un sistema integrato in grado di sostenere la conservazione del patrimonio, fungendo da “museo diffuso” attraverso tecniche di restauro avanzate e una rete organizzata di siti accessibili.

Con la costituzione della Fondazione il modello organizzativo si evolve: le chiese entrano in un quadro giuridico e operativo più stabile, sostenuto istituzionalmente dal Patriarcato di Venezia e dalla Procuratoria di San Marco. Questo passaggio conferisce solidità finanziaria e gestionale, consentendo una programmazione a lungo termine e la professionalizzazione delle attività di accoglienza, visita guidata e manutenzione. La Fondazione, con struttura formale e autonomia operativa, può agire come ente culturale e spirituale, capace di coinvolgere volontari, operatori formati e collaborazioni con enti pubblici e privati.

La Fondazione Chorus, nell’ambito della sua missione, promuove non solo l’apertura fisica delle chiese, ma mira anche a favorire un dialogo significativo tra fede, arte e comunità. L’accesso gratuito, garantito seppur con alcune eccezioni interne, diviene uno strumento di inclusione: le chiese non sono più viste solo come luoghi devozionali, ma come spazi aperti alla cittadinanza e ai visitatori per svolgere esperienze culturali, educative e relazionali. In questo modo, la dimensione spirituale si accosta a quella civica in una prospettiva moderna, in cui la cura del patrimonio diviene un bene condiviso.

Il Biglietto Marciano

Il progetto Fondazione Chorus si inserisce nel più ampio quadro del cosiddetto “Biglietto Marciano”, una tariffa di dieci euro che comprende l’accesso alla Basilica di San Marco e ad alcuni principali luoghi ecclesiastici veneziani. Le entrate generate dal Biglietto Marciano, applicato ai siti identificati dalla Procuratoria, finanziano l’apertura gratuita delle altre ventuno chiese del circuito Chorus. In questo modo si crea un meccanismo di solidarietà territoriale: chi visita i monumenti più noti contribuisce anche alla fruizione libera di quelli percepiti come minori, ma ugualmente significativi per valore artistico e spirituale.

Il Biglietto Marciano può essere acquistato online o in loco, semplificando il percorso del visitatore. L’accesso gratuito alle chiese del circuito Chorus è garantito indipendentemente dalla contribuzione ai principali monumenti, consentendo una fruizione aperta, inclusiva e capillare del patrimonio ecclesiastico.

Le 21 chiese da visitare gratuitamente a Venezia

Chiesa di Sant’Alvise
Chiesa di Sant’Alvise

Per i visitatori, l’accesso libero a ventuno chiese monumentali rappresenta una possibilità di esplorazione del patrimonio oltre gli itinerari consolidati. L’itinerario canonico visita San Marco, Rialto e Fenice, ma con la Fondazione Chorus è possibile scoprire gioielli artistici meno noti offrendo un’esperienza più autentica e profonda del centro di Venezia.

Uno dei capolavori rinascimentali è la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, costruita tra il 1481 e il 1489 su commissione di Angelo Amadi per custodire un’immagine miracolosa della Vergine. Progetto di Pietro Lombardo, rappresenta uno dei primi esempi di architettura rinascimentale a Venezia, con un esterno rivestito di marmi policromi e un interno sobrio decorato da sculture raffinate. La leggenda racconta che l’icona fosse esposta in una cappella temporanea fino a quando non venne edificata la chiesa vera e propria, per ospitare le grazie attribuite alla Vergine.

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Gli altri luoghi sacri

Un altro luogo significativo è la Chiesa di Sant’Alvise, fondata nel 1383 su ispirazione di Antonia Venier che volle dedicarla a San Ludovico da Tolosa, dopo la visione del santo. Gli interni barocchi, frutto di una grande ristrutturazione nel XVII secolo, ospitano opere notevoli come i dipinti di Giambattista Tiepolo: la Salita al Calvario, la Flagellazione e l’Incoronazione di spine.

La Chiesa di San Giovanni Elemosinario, situata accanto al vivace mercato di Rialto, è anch’essa aperta gratuitamente grazie a Chorus. Questo edificio, originariamente precedente all’XI secolo e ricostruito dopo l’incendio del 1514, conserva testimonianze rinascimentali con lavori di Tiziano. La facciata discreta si contrappone a un interno impreziosito da opere di grande rilievo artistico, risultato di una vivace tradizione delle confraternite di mercanti che qui operavano.

Abbiamo poi la Chiesa di San Giacomo dall’Orio, una delle più antiche della città (forse fondata già nel IX secolo). La navata basilicale, i rifacimenti gotico e rinascimentali e le testimonianze artistiche come la Pala di Lorenzo Lotto offrono un’esperienza di ricchezza storica. Infine, la Chiesa di San Giobbe, fondata in origine come ospizio nel 1378 per volere di Giovanni Contarini e poi realizzata tra il 1450 e il 1493, conserva elementi rinascimentali realizzati da Pietro Lombardo e altri artisti. Le pale d’altare di Marco Basaiti, Giovanni Bellini e Vittore Carpaccio, trasferite poi alle Gallerie dell’Accademia, testimoniano la statura artistica del complesso.

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